venerdì 26 gennaio 2018

Quel giorno di fine gennaio



 
C'erano dieci gradi sotto zero,
quel giorno di fine gennaio.
Camminavo con mia moglie al fianco
e mio figlio morto in collo.
Intorno,
uomini di pelle ed ossa,
dalla fatica,
crollavano al suolo.
Una bambina correva
ad abbracciare la madre,
ma la guardia
mirò al suo cuore,
e la neve bevve
il suo sangue.
E la neve coprì
il suo corpo inerme.


Persone senza nome
eravamo,
un numero tatuato
sulla pelle del braccio,
cicatrice
che riportava alla realtà
in quel dannato viaggio.
Gli occhi persi
in un cielo spento,
tagliato
dal filo spinato.
Fragili ombre -
a tremare nel gelo -
eravamo,
come petali di fiore
piegati nel vento.


E dalle nuvole
comparvero i camini.
Si rabbuiarono
i nostri volti chini.
Dagli occhi chiusi
uscirono lacrime.
Batteva impazzito
il cuore esangue.
Ci mettemmo in fila,
il nostro turno
aspettando,
e nelle bocche
bestemmie e preghiere
mormorando.
Entrai,
salutando mia moglie,
e non rividi più
la neve
tingersi d'azzurro
all'orizzonte.



Tratto dalla raccolta di poesie D'AMORE E DI RABBIA IN UN TEMPO DI GUERRA


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